Today exactly 4 years ago I landed in Japan for my first ant till now sadly only time in Japan.
If you follow me on Instagram (@snoop_around) my huge passion for this country shouldn't be a surprise. This connection started when I was just 13 years old when I bought my first two manga (Dragon Ball an Sailor Moon) and it kept taking roots inside me till now.
When I came back from my quick 10 days in Japan, I really wanted to write everything about my experiences and I even started with a post all about travel preparation and other useful info, so I will leave the link here because that I think it still can be helpful to plan your next trip. To celebrate this 4th year anniversary I decided to keep the promise I made to myself and travel back through those amazing 10 days and write all about it, crazy idea since I work full time, but I still want to commit to it.
Oggi sono trascorsi esattamente 4 anni dal mio primo e unico (purtroppo) viaggio in Giappone.
Se seguite la mia pagina Instagram (
@snoop_around) siete già a conoscenza dell'amore incondizionato che provo per questo Paese, una connessione che è nata ad appena 13 anni quando ho comprato i miei primi manga (Dragon Ball e Sailor Moon) e che ha continuato a radicarsi in tutto questo tempo.
Qualche hanno fa avevo deciso di descrivere punto per punto tutta la mia esperienza in Giappone, ma sono riuscita a pubblicare solo il primo post dedicato alla preparazione del viaggio, post di cui comunque vi lascio il
link, visto che ha avuto un discreto successo e lo ritengo davvero utile per organizzare un futuro viaggio.
Per celebrare questo anniversario ho deciso di mantenere quella promessa che mi ero fatta e così in stile kamikaze, mi lancio in questa impresa impossibile (lavoro full time) di ripercorrere i 10 giorni di questo viaggio per me davvero incredibile.
Me and my hubby landed at Haneda airport at about 5 in the morning, totally wrecked by jet lag but speachless because we finally made it to Japan.
Everything was closed and we needed to get our Japan Rail Pass, in 2016 you had to order your JR Pass online but then you could only get it in Japan from a JR Office.
This pass allows you to take every JR train even Shinkansen (bullet train) with the exception of Nozomi and Mizuho.
You can also use it to take the Yamanote Line in Tokyo, just remember that you have to go through a special entrance and show it to the officer, don't try to enter through the normal gates!
There are various passes, depending on your travel program you could opt for a regional pass or the national one.
It can also be valid for 7, 14 or 21 days, depending on your stay.
It's very convenient if you plan to move a lot in Japan.
Siamo arrivati all'aeroporto di Haneda alle 5 del mattino, totalmente sconvolti dalle ore di volo e increduli di essere finalmente arrivati.
Haneda dista da Tokyo solo 30 minuti, a differenza dell'aeroporto più conosciuto, quello di Narita, che dista circa 1 ora.
Alle 5 del mattino abbiamo trovato tutto chiuso e avevamo bisogno di ritirare il Japan Rail Pass, che nel 2016 si ordinava online, ma si doveva necessariamente ritirare in un ufficio della JR line.
Questo pass consente di utilizzare tutti i treni della linea JR, compresi gli Shinkansen (bullet train) fatta eccezione per il Nozomi e il Mizuho.
Può essere utilizzato anche sulla Yamanote Line e per usarlo bisogna necessariamente passare dall'entrata sorvegliata ed esibirlo, non cercate di passare dai tornelli comuni!
Ce ne sono di vari tipi e a seconda del vostro programma di viaggio si può optare per un pass regionale, oppure per quello valido in tutto il Giappone.
Ha una validità di 7, 12 o 21 giorni ed è davvero conveniente se pensate di fare più spostamenti.
If we knew better, we could just go to Shinagawa Station and wait there for the office to open, but we were so sleepy and clueless, so we decided to wander in the airport looking for something to do.
After about 1 hour Bic Camera opened and we decided to get some data sim.
The sale woman couldn't speak a word of english and kept smiling and bowing, so we randomly picked up one.
After that, we got stopped by a shop attendant (?) who sold us two Tokyo 72 hours subway pass for 1500 Yen each, we bought it almost unconsciously, but it turned out to be very handy and saved us a lot of money for our last 3 days in Tokyo.
Both the JR Pass and the Subway Pass are for foreign tourist users only, they are quite a bargain in comparison to the normal travel fares.
Col senno di poi avremmo potuto andare direttamente a Shinagawa e aspettare lì l'apertura degli uffici, ma eravamo assonati ed inesperti quindi ci siamo messi a vagare per l'aeroporto alla ricerca di qualcosa di aperto.
Dopo circa un'ora ha aperto Bic Camera così siamo entrati per comprare delle sim dati.
La commessa non parlava una parola di inglese, ha continuato a sorridere e ad inchinarsi e noi abbiamo scelto a caso.
Dopo questo primo acquisto siamo stati intercettati da un simpatico commesso (?) di un altro punto vendita che ci ha convinto ad acquistare due pass per la metro di Tokyo validi 72 ore per 1500 Yen ciascuno, cosa che sul momento ci sembrava superflua, ma che si è rivelata utilissima, visto che in nostro JR Pass aveva una validità di 7 giorni e noi saremmo rimasti scoperti proprio gli ultimi 3 giorni di viaggio.
Sia il JR Pass che i vari abbonamenti sono pensati esclusivamente per i turisti e consentono un risparmio notevole sulle tariffe normali.
In the meanwhile a long queue formed in front of the JR Office, so we had to wait in line, already thinking anxiously that we were loosing precious time.
We managed to get the passes easily and also book Shinkansen seats to go to Kyoto, our first destination.
From there my memories get a bit confused, I know we took the Keikyu Railways to Shinagawa Station to take the Shinkansen.
Everything went pretty smooth, all the signs were written in Kanji and in Romaji (latin alphabet) and in every station it's easy to find information point with english speaker staff.
We found our platform and we waited in line.
To get on the train you have to queue on the right or the left side of the sliding doors, you will find the queue starting points well delimited on the platform.
The Shinkansen has both first and second class coaches, but also coaches with no assigned seats perfect for those who buy last minute tickets.
Embodying the Gaijin (foreigner) stereotype we got the coach right, but the seats wrong, so we moved 3 times during the train ride bothering also other passengers.
Nel frattempo si era formata una coda abbastanza lunga davanti all'ufficio per il rilascio del pass, quindi ci siamo messi in fila già in preda all'ansia di perdere tempo.
Per fortuna siamo riusciti a comunicare in inglese, ci hanno consegnato i pass e siamo anche riusciti a prenotare uno Shinkansen per Kyoto, la nostra prima tappa del viaggio.
Da qui i ricordi sono un po' confusi, abbiamo preso la Keikyu Railwais e siamo arrivati a Shinagawa, stazione di Tokyo da dove partono gli Shinkansen.
Devo ammettere che è stato tutto facile, tutti i cartelli sono anche in Romaji (alfabeto latino) e nelle stazioni ci sono uffici informazioni dove poter comunicare facilmente in inglese.
Abbiamo trovato il binario corretto e ci siamo messi in fila.
Per salire ci si dispone su due file, a destra e a sinistra delle porte, l’inizio delle rispettive file è delimitato da strisce gialle o bianche.
Lo Shinkansen ha sia vagoni prima classe che seconda classe, dove i posti sono prenotabili, ma ha anche alcuni vagoni liberi dove i posti non sono assegnati, perfetti per chi acquista il biglietto all'ultimo minuto.
Da classici Gaijin (stranieri) abbiamo azzeccato il vagone, ma non i posti prenotati, quindi ci siamo alzati almeno 3 volte durante tutto il viaggio, facendo spostare anche altri passeggeri.
It took almost 4 hours to get to Kyoto and we literally passed out, we almost lost our stop.
When we arrived at Kyoto station we were amazed by how majestic and modern it was.
I don't know why, but we were expecting something older and less futuristic.
Il viaggio è durato quasi 4 ore e noi siamo letteralmente entrati in coma, tanto che abbiamo quasi rischiato di perdere la nostra fermata.
Arrivati a Kyoto siamo rimasti increduli davanti all’imponenza e alla modernità della stazione, che noi immaginavamo (non so perchè) molto più dimessa e meno futuristica.
We couldn't make the data sim working, so we used random free wi fi to spot our Ryokan (traditional hotel), the Sakura Honganji, which is located in between two famous Tera (Buddist Temple) the Nishihonganji and the Higashi Honganji. It took us about 15 minutes walking from the station to get there.
Ancora senza sim funzionante nel telefono, utilizzando wi fi a caso, destreggiandoci nell improvvisa umidita, ci siamo diretti al
Ryokan (albergo tradizionale) che avevamo prenotato, il
Sakura Honganji, situato tra il Nishihonganji (che è proprio di fronte) e l'Higashihonganji, due Tera (templi buddisti) della setta Jodo Shinshu, a soli 15 minuti a piedi dalla stazione.
Our room wasn't ready so we left our luggages and wandered out and about, starting from the Nishihonganji temple.
We got into a what looked like an information center asking for a guide, we meant like a panphlet but instead a monk showed up offering to walk us through the temple.
It was surreal, we were totally jet lagged, walking through history, on the other side of the world.
I spent time observing the wooden boards, on which we were walking with no shoes, from time to time I found a mini Fuji San or a little elephant, "patches" used to repair the worn out boards.
When the visit ended the monk refused to take money, asking us instead to leave an offer if we wanted to.
I felt guilty because we had a private tour for free, so I let slide a 2000 Yen bill (20 $) in the donation box.
Later we found out that 2000 Yen bills are very rare, we changed the money back in Italy and we had plenty of them.
From the Nishihonganji we went to the Higashihonganji, this time with no guide and less alert, but very focused on staying awake to fight jet lag.
Al nostro arrivo la camera non era ancora pronta, quindi abbiamo lasciato zaini e valigie e abbiamo cominciato a girovagare nei dintorni dell'albergo, partendo proprio dal Nishihonganji.
Per puro caso siamo entrati in quello che ci sembrava un centro informazioni chiedendo di una guida, intendevamo una cartacea ed invece dopo pochi minuti è apparso un monaco che ci ha accompagnato a visitare il tempio.
E' stato surreale, noi scombussolati dal jet lag a passeggiare nella storia, dall'altra parte del mondo.
Mi sono soffermata a guardare le assi di legno su cui camminavamo senza scarpe, dove ogni tanto spuntava qualche forma particolare, un piccolo Fuji San o un elefante, "toppe" usate per aggiustare le assi consumate.
Finita la visita il monaco non ha voluto nulla, ci ha chiesto se volevamo al massimo lasciare un'offerta ed io, nel mio impareggiabile senso di colpa per aver usufruito di un servizio gratuito, ho lasciato scivolare nella fessura delle offerte una banconota da 2000 Yen (circa 18 Euro).
Tra l'altro poi abbiamo scoperto che le banconote da 2000 Yen sono rarissime, invece noi cambiando i soldi in Italia ne eravamo pieni.
Dal Nishihonganji siamo passati all'Higashihonganji, questa volta senza guida e sempre meno lucidi, ma decisi a tirare fino a sera per combattere il jet lag.
We decided to end our little tour with the Shosei En gardens, that are part of the Higashihonganji complex, but located 15 minutes away by feet.
Venturing inside the dedalo of smaller and less crowded streets, we saw what seemed an half-closed house door, finding an artisan inside his workshop painting textiles, maybe kimono.
We resisted the temptation of bothering him with questions, but we spent a few minutes observing him working.
Abbiamo deciso di concludere il giro con la visita ai giardini Shosei En, che fanno sempre parte del complesso dell'Higashihonganji, ma sono a circa 10/15 minuti a piedi di distanza.
Avventurandoci tra le stradine meno trafficate, non abbiamo potuto fare a meno di sbirciare da quella che inizialmente sembrava una porta socchiusa di una casa, per scoprire al suo interno un artigiano che dipingeva stoffe probabilmente da kimono.
Abbiamo resistito all'impulso di disturbare, ma lo abbiamo osservato in silenzio per qualche minuto.
When arrived at this gorgeous garden, first thing we did was buying a cold coffe can from the vending machine, jet lag was almost taking over us.
We stumbled upon a photoshoot so we decided to take advantage of it, taking some pictures as well.
The gardens' background were concrete buildings, this kind of contrast between antique and modern, silence and caos, was incredibly fascinating.
Siamo così arrivati ai giardini, dove per prima cosa abbiamo comprato una lattina di caffè freddo da una vending machine, ormai il jet lag stava avendo la meglio su entrambi.
Ci siamo imbattuti in un servizio fotografico e così abbiamo approfittato scattando qualche foto con le modelle in posa.
Il giardino aveva sullo sfondo palazzi moderni e questo tipo contrasto tra l'antico ed il moderno, tra il silenzio e il caos è davvero affascinante.
We got back to the Ryokan very curious to see our tatami room which was small but cozy.
There was a little corner designed to have a cup of tea, our futons were in the wardrobe, the toilet had a separated room from the proper bathroom with a sink, a mirror and a bath thub/shower.
Obviously you have to leave your shoes at the entrance (this area is called Genkan) but you also had to switch from your slippers to the "bathroom" ones before entering.
Siamo tornati al Ryokan e siamo andati a scoprire la nostra stanza tradizionale con i tatami ed i futon per dormire. C'era un piccolo angolo predisposto per gustare del the, lo stanzino con i servizi igienici (che sono solitamente separati dal resto del bagno) ed il bagno vero e proprio con lavandino, specchio ed una piccola vasca/doccia.
E' scontato che ci si tolga le scarpe prima di entrare (l'area dove si lasciano le scarpe si chiama Genkan), ma anche per entrare in bagno si usano delle ciabatte apposite.
Since it was still afternoon, we decided to endure so we freshened up and got out to find something to eat.
With no internet we used a simple paper map and we tried to get to the city center.
Keep in mind that Kyoto has buses and subway, so unless you are huge fan of endless walks, take the public transportation!
We walked on Kamogawa river bank, people started to gather there while the sun was getting down.
We made our way through the long road of Pontocho, full of any kind of restaurants and people, a place where if it wasn't for tourists, everything seems crystallized in time.
Era ancora pomeriggio, quindi, facendo appello alle nostre ultime risorse, ci siamo rinfrescati e siamo usciti per mangiare qualcosa.
In tutta la giornata non eravamo riusciti a far funzionare la sim dati, quindi senza internet e con mappa cartacea in mano ci siamo avventurati a piedi verso il centro.
Tenete bene a mente che a Kyoto ci sono autobus e metropolitana quindi, a meno che non siate fan delle passeggiate chilometriche ed interminabili, utilizzateli!
Abbiamo passeggiato sulle sponde del fiume Kamo che mano a mano che scendeva la sera cominciava a popolarsi.
Ci siamo addentrati nella lunga stradina di Pontocho, stracolma di ristoranti e brulicante di persone, dove, se non fosse per noi turisti, tutto sembra cristallizzato nel tempo.
Deciding where to eat became a task more complicated than what we expected.
The humid hot weather made us looking constantly for water instead of food that seemed almost unnecessary.
Right unnecessary, unbelievable right? We were finally able to try authentic japanese food and we had not the desire to.
At the end we went for a low-cost kaiten sushi quite popular in Kyoto, Sushi no Musashi.
After avoiding food for the whole day the spell was broken and my husband went for it.
The plates tower was a 100% his fault!
Decidere dove mangiare si è rivelato estremamente più complicato di quello che ci aspettavamo.
Il caldo umido ci aveva reso inappetenti (cosa incredibile), eravamo alla costante ricerca di acqua e il cibo sembrava quasi superfluo.
Esatto superfluo, dopo aver aspettato una vita per mangiare autentico cibo giapponese.
Alla fine abbiamo optato per un sushi economico, il Musashi, un kaiten sushi (sushi servito sul nastro) piuttosto popolare a Kyoto.
L'incantesimo si è rotto e mio marito si è sbizzarrito, la torre di piattini che vedete nelle foto è colpa sua!
We ended the night playing videogames in an arcade, my hubby even won two Rilakkuma and Ko-Rilakkuma plushies.
I also did some last minute shopping and got two eyeliners, one from Versail No Bara and one from Urusei Yatsura.
We also stopped by a Conbini (convenient store) to buy more water and soma sweet snacks (delicious Pocky).
La serata si è conclusa giocando in una salagiochi dove mio marito è riuscito a vincere due mini peluches di Rilakkuma e Ko-Rilakkuma, poi con un mini giro di shopping in una specie di profumeria dove ho acquistato un eyeliner di Lady Oscar e uno di Lamu.
Ci siamo anche fermati in un Conbini (Convenient Store) per comprare altra acqua e qualche snack dolce (Pocky, i nostri Mikado per intenderci).
We got back in our room at about 10.30, we took a shower and got in our Yukata (light night vest) we placed our futon and passed out.
The morning after, my husband told me that he woke up in the middle of the night thinking about how to fix the sim issue, so he got in the hotel hall looking for something to open the Iphone's sim slot and he saw a woman's face with long black hair enlightened by the bluish cellphone light.
Luckily he didn't scream in fear, realizing in a few seconds that she was one of the hotel staff killing time.
This ends the first day in Japan, I'll see you tomorrow with the next post about one of the most important travel of my life.
Arrivati in camera alle 10.30 circa, ci siamo fatti una doccia e abbiamo indossato i nostri Yukata (una veste leggera da camera) abbiamo steso i futon e siamo letteralmente svenuti.
La mattina dopo mio marito mi ha raccontato di essersi svegliato durante la notte con il chiodo fisso di sistemare il problema della sim perchè senza internet vi assicuro che organizzarsi è davvero difficile, è sceso giù nella hall alla ricerca di qualcosa di appuntito per aprire lo sportellino nell'Iphone e si è trovato davanti nel buio pesto un volto di donna con i capelli neri illuminato dalla luce bluastra del cellulare.
Per fortuna è riuscito a non urlare davanti ad una delle signore dello staff che stava probabilmente ammazzando il tempo col cellulare.
Così si conclude la prima giornata nel paese del Sol Levante, vi aspetto domani per la seconda puntata di questo viaggio che considero uno dei più importanti della mia vita.